Volevano “Controllare” la pesca dei tonni nel mare della costa tirrenica, soprattutto a largo di San Lucido e su tutto l’alto Tirreno cosentino, arrivando persino a minacciare le tonnare siciliane con la pistola, per farsi consegnare il pesce pescato. In manette sono finite quattro persone accusate di estorsione aggravata e minacce. Gli inquirenti indagano anche sulla possibile ombra delle Ndrine. È stata ribattezzata operazione “Tonno rosso” dato che la qualità di tonno è tra le più pregiate.

Uno dei fermati, si è avvalso della facoltà di no rispondere, mentre invece, gli altri tre indagati, hanno fornito le prime spiegazioni al giudice Mesiti.

“Volevamo solo controllare non minacciare” è questo il coro unanime dei Pirati del Tirreno Cosentino raggiunti da misura cautelare in carcere. Stando alle dichiarazioni degli indagati, avrebbero agito senza minacciare nessuno ma solo per chiedere ai pescatori siciliani, spiegazioni sul fatto che fossero sulle coste del tirreno cosentino. Da lì, sarebbero partite parole pesanti e qualcosa, più di una semplice scaramuccia. L’accusa a sua volta, sarebbe convinta delle proprie tesi.

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