Di Arcangelo Badolati
Un boss lasciato a marcire nelle acque del porto; il picciotto che lo accompagnava ingoiato dalla lupara bianca e l’autista che spesso lo aiutava a spostarsi, ferito con tre colpi di pistola calibro 38: Corigliano Rossano ripiomba nella violenza degli anni peggiori.
Domenico Russo, 37 anni, venerdì scorso ha rischiato di finire nell’altro mondo mentre sulla sua Fiat Multipla rientrava a casa. Un killer ha sparato contro il parabrezza della vettura, ferendo l’uomo con una pallottola di striscio alla testa e con altre due al torace. Russo si è salvato perché lanciandosi fuori dall’auto primna che il sicario potesse finirlo.
Il trentasettenne è stato quindi soccorso e trasferito in ospedale. I medici dell’Annuziata di Cosenza lo hanno strappato alla morte con un intervento chirurgico da manuale. Domenico Russo, privo di precedenti penali, era stato visto molte volte insieme a Pietro Longobucco, uomo della vecchia guardia della ‘ndrangheta locale ammazzato nel dicembre scorso e ritrovato cadavere all’interno di un furgoncino nelle acque del porto della cittadina ionica.
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