Di Jasmine Cristallo, Sardine Calabria
Ieri a Catanzaro Donne e Uomini di questa Regione, di questa Terra, martoriata dall’azione criminale derivante spesso dal’intreccio ‘ndrangheta/politica,hanno voluto scrivere una pagina di storia del protagonismo diretto, partecipato, a sostegno dei principali poteri e corpi dello Stato (Magistratura e forze dell’ordine) impegnati nello scontro sempre piu’ forte con questa “devianza sociale” che oramai infesta l’intero Paese.
Certo uno Stato, e per esso il suo terzo potere, fondamentale per gli equilibri della sua Democrazia e per le Garanzie derivanti dallo Stato di Diritto, che abbia bisogno di una cosi importante manifestazione di sostegno, stima, appoggio, condivisione, la dice lunga sulla coesa tenuta interna ai suoi poteri e ai suoi organi e fra i poteri e gli organi.
Il Lavoro che viene svolto in questa fase delicatissima dell’Italia e della Regione Calabria da parte della Magistratura, è necessario che venga messo al riparo da scorribande politico propagandistiche (come quella inscenata da Salvini, che certamente ha messo in difficoltà il procuratore Gratteri) sia per il rischio di messaggi che potrebbero essere utilizzati verso gli elettori, sia per la necessaria riservatezza che merita l’operato di questi Servitori dello Stato.
Ieri le Donne e gli Uomini di questo territorio hanno voluto sottolineare, ognuno con la propria storia, ognuno con il proprio vissuto, ognuno con il proprio impegno soggettivo, una voglia di riscatto rispetto al potere politico/mafioso che ne soffoca la dignità.
Credo che tutto cio’ aiuti moltissimo, sempre che non si disponga su di un crinale di GIUSTIZIALISMO diffuso e di antipolitica; due aspetti che innescati agli inizi degli anni ’90, hanno dato la stura ad una serie di dinamche, di cui oggi la messa a repenataglio delle stesse istituzioni, sono il risultato.
Tutte queste riflessioni mi hanno obbligata a valutare con molta cautela la mia partecipazione, nel bel mezzo di una campagna elettorale, alla manifestazione descritta.
E’ prevalso in mè, l’altissimo senso dello Stato a dispetto di ciò che sarebbe stato più “conveniente” dal punto di vista mediatico…
La mia persona, la mia faccia, oggi, sono immediatamente riconducibili ad una dimensione politica di sinistra, e piu’ specificatamente di lotta frontale alla deriva politico culturale della Lega ( che al contrario non ha ritenuto di dover rispettare, sotto campagna elettorale la terziarità del responsabile della DDA).
Il rischio che tramite la mia persona si potesse insistere in una polemica/speculazione politica elettorale, era forte.
Il mio sentire è quello di ritenere il Lavoro dei Magistrati antimafia non contaminabile da strumentalizzazioni politiche, specie a otto giorni dal voto per le Elezioni Regionali.
Quanto al lavoro e la funzione dell’Antimafia siano parte integrante della mia quotidianità ed abbiano influito in maniera pesante sulla mia vita e su quella dei miei affetti più cari, chi conosce la mia storia familiare lo sa.
Non ritengo, specie se ci si ritrova con ruoli di visibilità,di dover essere presenzialisti a tutti i costi; specie se il rischio è quello di annettere un movimento eterogeneo, di popolo, ad un cartello elettorale.
Il vero impegno anti’ndrangheta lo si vedrà dopo il 26 gennaio; la politica dovrà dimostrare da che parte stà, attraverso azioni concrete di lotta, di rescissioni di vecchi legami, con contratsti totali alla penetrazione delle mafie nelle Istituzioni, attraverso una lotta senza quartiere alle connivenza insite nel tessuto vivo della società.
La pratica dell’antimafia è quella piu’ difficile, perché deve parlare e operare al e nel tessuto della società, dove viene richiesto il coraggio delle rotture con incrostazioni culturali e pratiche diffuse.
Sarà quello il terreno dove si proverà la pratica reale della solidarietà dichiarata nei confronti dei Poteri e i Corpi dello Stato, attraverso il proprio operato di lotta quotidiana e intransigenza anche rispetto a posizioni contigue.
P.S. L’antimafia si pratica, non si predica.