Avvistato, anche nell’Alto Jonio, lo spietato “Scout Speed” (in inglese), o “Autovelox in modalità dinamica” (in italiano) che altro non è che un sistema itinerante di controllo della velocità. Un dispositivo elettronico micidiale, una sorta di “pesca a strascico” con cui fioccano le multe che, posizionato sulle auto delle Forze dell’Ordine, si sposta repentinamente sulle nostre strade e che, cosa più innovativa e minacciosa per gli utenti della strada, non ha bisogno di essere segnalato. Si tratta insomma di una rivisitazione in senso restrittivo dell’Autovelox, il “grande fratello” divenuto negli ultimi anni un vero proprio incubo per gli automobilisti che transitano nell’Alto Jonio. L’Autovelox, in realtà, nato per incoraggiare a limitare la velocità delle auto e per ridurre il numero degli incidenti, piano piano è diventato una sorta di Bancomat attraverso cui tanti comuni, molti dei quali abbastanza spendaccioni, sono soliti fare cassa per puntellare i bilanci comunali sulla pelle dei cittadini-automobilisti.
Il nuovo “scout speed”, già in dotazione alle Forze dell’Ordine nel Centro-Nord d’Italia, nei giorni scorsi è comparso come per magia anche sulla S. S. 106 e precisamente sul tratto di strada del comune di Villapiana non sottoposto al controllo del tutor che controlla la velocità “media”, in realtà non si fa riconoscere e “pizzica” chi viaggia oltre il limite di velocità. E non solo, perché il cosiddetto “Autovelox in modalità dinamica”, oltre a intercettare chi supera il limite di velocità, attraverso la rilevazione della targa dell’auto controlla, in tempo reale, anche se l’auto è regolarmente assicurata e se è stata sottoposta a revisione nei termini previsti. Che dire: nell’Alto Jonio siamo in grave ritardo su tutto e costretti a convivere con una viabilità ai limiti della decenza, ma nel controllo rigoroso della velocità sulle nostre strade siamo al primo posto e non ci facciamo mancare niente, compreso lo Scout Speed.
Per la verità quello avvistato nei giorni scorsi nel comune di Villapiana, secondo quanto hanno riferito alcuni automobilisti che sono transitati su quel tratto di strada, era indicato con quella segnaletica mobile che di solito le Forze dell’Ordine utilizzano per un Autovelox a postazione mobile. Quello che invece lo Scout Speed tende a nascondere è l’auto di servizio in movimento su cui è installata la telecamera dotata di occhio elettronico micidiale, munito di potenti sensori che individuano all’istante la velocità dei veicoli che procedono in entrambi i sensi di marcia. Se poi, si dovesse pensare di farla franca nelle ore di buio… niente paura: lo Scout Speed è dotato di puntamento a raggi infrarossi e funziona anche nelle ore serali e notturne.
Non c’è più scampo, dunque, per i trasgressori? Sembrerebbe proprio così. La Corte Costituzionale ha infatti sancito il solo obbligo della revisione periodica di tutti i rilevatori di velocità. Il resto è nelle mani dei giudici che non sempre operano in sintonia tra loro. Non sta certo al cronista indicare eventuali “trucchi” per sottrarsi al nuovo “grande fratello” che identifica, senza farsi individuare, i trasgressori ai limiti di velocità ma anche quelli che circolano senza assicurazione o con il veicolo non revisionato. L’unico consiglio che ci sentiamo di dare, insieme alla speranza che simili strumenti, proprio per la loro natura “mimetica” non vengano utilizzati dalle amministrazioni comunali come comodi mezzi per far cassa, è rispettare i limiti di velocità e circolare alla guida di un veicolo in ordine. Ne va di mezzo la sicurezza e… la tasca.
Di Pino La Rocca