Di Iacchite’. Blog
Il pentito Adolfo Foggetti, tra gli altri, si canta anche un altro omicidio quello di Francesco Marincolo, alias “u Biondu”, compiuto nel luglio del 2004 a Cosenza, per il quale proprio oggi il pm antimafia Camillo Falvo ha chiesto quattro ergastoli.
Di questo omicidio avevano già cantato il pentito Galdi, detto “u prufissuri” e la stessa moglie di Michele Bruni, Edyta Kopaczynka, anch’essa passata dall’altra parte della barricata.
Cantate, quelle di Adolfo, che confermano le dichiarazioni dei citati pentiti.
Posso riferire per avervi partecipato dell’omicidio Marincolo detto “u Biondu”, che è stato consumato dalle persone che sto per dirvi nell’estate del 2004.
Michele Bruni a quell’epoca era latitante. Trascorreva la latitanza a casa di M. figlia di N. S., che era sposata con Mario Attanasio. Questa casa era sita a Rende in c.da Sant’Agostino. Prima e dopo l’omicidio, Michele Bruni riparò in quest’abitazione per qualche mese.
Presso quest’abitazione si sono svolte più riunioni, almeno tre, in cui si decise l’azione di fuoco. A queste riunioni hanno partecipato, oltre a me: Michele Bruni, Carlo Lamanna, Daniele Lamanna, Giovanni Abbruzzese. In una di queste riunioni o in due di queste riunioni ha partecipato Umile Miceli che è sposato con la figlia di T. S.
Michele Bruni e tutti gli altri presenti alla riunione decidemmo di uccidere Marincolo in quanto persona vicina, tra quelle libere, a Franco Presta, che Michele Bruni era convinto fosse l’assassino del padre Francesco. Oltre ai propositi di vendetta, tutti convenivamo che il gruppo Bruni/Zingari avrebbe dovuto compiere un’ azione omicidiaria per accreditarsi sul territorio e rispondere agli assassini di Francesco Bruni senior, Francesco Bruni junior e Enzo Pelazza.
In queste riunioni, che si sono svolte nei dieci giorni precedenti l’esecuzione dell’omicidio, si decideva anche il piano da eseguire. In particolare: Umile Miceli era stato incaricato di seguire gli spostamenti di Marincolo il quale, per come Umile Miceli riferiva, nel corso delle mattinate, era solito muoversi, tra piazza Europa e la contigua via Panebianco. Pertanto, U.M. avrebbe svolto il ruolo cosiddetto di specchietto, cioè avrebbe avvisato Michele Bruni della presenza di Marincolo.
Michele Bruni doveva essere pronto a casa di Mario Attanasio e avrebbe raggiunto la vittima a bordo della moto guidata da Carlo Lamanna. Per avvisare Michele Bruni, Umile Miceli si era procurato due telefoni e altrettante schede nuove che sarebbero state utilizzate unicamente per questa azione.
Del resto Umile Miceli aveva la possibilità di procurarsi telefoni, per così dire vergini, in quanto aveva un negozio di telefonini a Cosenza. Preciso che non so se in quel periodo, cioè quando venne ucciso Marincolo, Umile Miceli avesse il negozio, sicuramente lo aveva avuto in precedenza.
Anche io avevo un compito, la mattina dell’omicidio avrei dovuto portare la moto, a bordo della quale sarebbero dovuti salire, per eseguire l’omicidio, Michele Bruni e Carlo Lamanna. E così feci.
Ricordo che la moto, il pomeriggio del giorno prima dell’omicidio, mi venne portata a casa da Mario Attanasio che viaggiava a bordo di una Audi TT di colore grigio, oppure di una BMW coupè di colore blu. Mario Attanasio raggiunse la mia abitazione, sita a Cosenza in via Panebianco, seguito da un ragazzo che viaggiava a bordo di una moto enduro bianca, forse una TT 600 cc, che doveva essere utilizzata da Michele Bruni e Carlo Lamanna.
Evidentemente Mario Attanasio doveva indicare la mia abitazione al motociclista. Non conosco il nome di questo motociclista. Secondo quanto si era deciso, nel corso delle riunioni, la moto doveva essere rubata a Paola, quindi doveva essere portata a Cosenza da un uomo di G.S. Non so se G.S. era a conoscenza dell’utilizzo che si sarebbe fatto della moto. Appena ricevuta la moto, misi un casco integrale, misi i guanti di pelle e a bordo della moto, raggiunsi l’abitazione di …
Questa la seconda parte del racconto del pentito Adolfo Foggetti, in merito all’omicidio di Francesco Marincolo.
PRIMA PARTE (http://www.iacchite.com/le-cantate-di-adolfo-foggetti-lomicidio-marincolo/)
…raggiunsi l’abitazione di D. C., che è sita nei pressi del cantiere Chiappetta. Misi la moto nel giardino antistante alla villa di D.C. , dove rimasi a dormire. Secondo gli accordi presi nel corso delle riunioni di cui vi ho parlato, la mattina seguente, fra le sei e le sei e trenta, mi misi in sella alla moto, sempre con il casco integrale ed i guanti di pelle di cui ho detto prima.
A bordo della moto raggiunsi la casa di Mario Attanasio, dove era latitante Michele Bruni, entrai con la moto nel magazzino dove erano già vestiti con delle tute Michele Bruni e Carlo Lamanna. Immediatamente dopo, sono andato via utilizzando un motorino T MAX che era nella disponibilità di L. M. Su mia indicazione, L.M. lo aveva lasciato a casa di M. A. perché sapeva mi sarebbe servito per allontanarmi. L. M. sapeva che il motorino mi sarebbe servito per allontanarmi dalla casa di M. A. dopo aver consegnato a Michele la moto che avrebbe utilizzato, insieme a C. L. per ammazzare u Biondu.
Secondo gli accordi presi, cominciai a girovagare nei pressi della mia abitazione in Cosenza. Voglio precisare che non ho orbitato solo in via Panebianco ma ho girato per tutta Cosenza. Proprio mentre giravo per Cosenza, mi sono accorto che l’omicidio era stato consumato perché ho iniziato a sentire le sirene delle FF. PP. e anche dell’ambulanza che convergevano presso il luogo ove era stato consumato l’omicidio de u Biondu.
Un paio di giorni dopo l’omicidio, Michele Bruni mi diceva che tutto era andato secondo quanto era stato programmato: Umile Miceli aveva fatto da specchietto, Michele Bruni a bordo della moto guidata da Carlo Lamanna, aveva impattato u Biondu in via Panebianco, aveva esploso numerosi colpi di pistola al suo indirizzo, noncurante della presenza di Adriano Moretti, cognato di G. R.
Michele Bruni mi raccontava, nella medesima giornata, che l’auto con a bordo u Biondu, era ferma perché lo stesso Biondu stava parlando con Adriano Moretti che veniva anche lui colpito dai colpi sparati da Michele Bruni. Nelle riunioni precedenti all’omicidio si era deciso che l’azione di fuoco doveva essere compiuta per il tramite di una 9X21 e di una pistola a tamburo da portare come riserva nel caso di inceppamento della 9X21 automatica.
Edyta Copaczynska, moglie di Michele Bruni, era spesso insieme a lui a casa di Mario Attanasio. Solitamente l’accompagnavo io, a volte Edyta pernottava insieme a Michele a casa di Attanasio, ricordo che il giorno prima dell’omicidio, la accompagnai io, a bordo di un motorino ma quella sera Edyta non pernottò, per quanto posso ricordare, insieme a Michele, perché io stesso la riaccompagnai a casa.
Se non ricordo male, nel periodo dell’omicidio de u Biondu, Edyta abitava a Mendicino. Non sono a conoscenza del luogo in cui la motocicletta utilizzata da Carlo Lamanna e Michele Bruni per l’omicidio è stata abbandonata, non so dove Carlo Lamanna e Michele Bruni siano stati portati immediatamente dopo l’omicidio, da Umile Miceli. Secondo quanto riferitomi da Michele Bruni, sempre due giorni dopo l’omicidio, Umile Miceli portò Michele Bruni stesso e Carlo Lamanna in un luogo sicuro, dando loro modo di cambiarsi e lavarsi per eliminare le tracce da sparo.
La stessa sera dell’omicidio, dopo che si era cambiato e ripulito, Michele Bruni, per quanto mi disse, venne riportato a casa di Mario Attanasio, dallo stesso Umile Miceli. Non so chi avesse fornito le armi per questo omicidio. Fra le cose che Michele Bruni mi diceva parlandomi dell’esecuzione di questo omicidio, mi diceva per l’appunto che aveva visto il dottor Facciolla, sebbene aggiungeva di non essere sicuro di essere stato riconosciuto.
Quando la mattina dell’omicidio ho visto nel magazzino della casa di Mario Attanasio Michele Bruni e Carlo Lamanna, mi sono immediatamente allontanato, per cui non ho visto se hanno indossato qualcosa di particolare per eseguire l’azione di fuoco però ho notato due scatole, ancora intatte, contenenti altrettanti caschi integrali. Non ho visto, perché non ne abbiamo parlato, come Michele Bruni e Carlo Lamanna si siano abbigliati per eseguire l’azione di fuoco.
Posso però dire che Carlo Lamanna disponeva di tute da motociclista perché era un appassionato motociclista. Sempre commentando dell’omicidio Marincolo, Michele mi disse che Marincolo fu colpito mentre stava fumando e gli rimase la sigaretta in mano.
(2 – fine)