Di Francesca Lagatta
Doveva essere un’eccellenza, tanto da ritagliarsi un posto al sole nel panorama mondiale delle analisi chimiche e fisiche per il controllo e la salubrità degli alimenti, e invece del laboratorio promotore dell’innovativo protocollo Nhaccp inaugurato a Verbicaro nel maggio 2018, non si è più vista nemmeno l’ombra. Per questo, i consiglieri comunali di minoranza, Felice Amoroso e Arturo Riccetti, hanno richiesto al Comune di Verbicaro le copie degli atti amministrativi che ricostruiscono l’intera vicenda e protocollato una interrogazione a risposta scritta, nella speranza di fare luce e fugare ogni dubbio.
La vicenda
Il Pit 1 – alto Tirreno cosentino (Piano integrato territoriale) ha sede nel Comune di Verbicaro ed è presieduto dal sindaco della cittadina, Francesco Silvestri. Tramite bando, il Pit ha assegnato l’appalto per la realizzazione di un laboratorio chimico di protocollo Nhaccp alla società Icq Nhaccp Scarl, il cui presidente risulta Aniello Di Vuolo. Nhaccp è l’acronimo di Nutrient hazard analysis and critical control point ed è il successore del già noto protocollo Haccp. La novità è che grazie alla genomica, è possibile certificare i parametri qualitativi degli alimenti, anche agricoli, e gli elementi tali da garantire l’origine dei prodotti in un dato territorio. Lo studio era stato inaugurato in contrada San Francesco nei locali di Calabria Verde, ex Comunità montana, ma da allora, secondo la denuncia di Amoroso e Riccetti, non è mai entrato in funzione ed ad oggi risulta chiuso. La Icq Nhaccp Scarl, come si legge sul sito, ha la sede legale a via Amando Diaz a Napoli, mentre contrada San Francesco a Verbicaro è indicata come sede operativa.
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