Di Iacchitè.blog
In molti nei giorni scorsi avevano chiesto lumi alla dirigente reggente dell’ASP di Cosenza sui cosiddetti Direttori di Dipartimento dell’ASP di Cosenza, nominati dall’ex direttore generale Mauro meglio conosciuto come Faccia di Plastica. Il 1° ottobre la dr. ssa Pellegrini rispondeva testualmente ” … continuano a svolgere le funzioni istituzionali in regime di prorogatio..”. La risposta appalesa ignoranza e malafede.
Che ha a che vedere la “valutazione” se, con l’atto aziendale (Dca n. 117/2017) i dipartimenti strutturali ospedalieri hanno perso la loro connotazione specifica e sono stati trasformati in “aggregazioni di aree omogenee”, le quali non hanno alcuna competenza di natura organizzativa e gestionale?
Disporre, in modo palesemente illegittimo, la prorogatio, significa procurare danno erariale all’ASP di Cosenza, nonchè inottemperanza del decreto del Governo, che detta disposizioni a mezzo del Commissario ad Acta. Ma Cotticelli c’è? E possibile che la Corte dei Conti non intervenga? La risposta è, pertanto, la solita cialtronata ordita da Fra’ Remigio, al secolo Remigio Magnelli capo dei capi del personale ed avallata da un soggetto che dimostra scarsa competenza del procedimento amministrativo. In effetti è la dimostrazione che la gestione della sanità è stata affidata al caso da una legge che avrebbe dovuto salvare la salute della Calabria.
In aggiunta, il duo Pellegrini-Magnelli, ha omesso che il DCA n. 117/2017 è valido ed efficace a tutti gli effetti, previa verifica positiva dei Tavoli tecnici (tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e Comitato Permanente per la verifica dei LEA), è stato approvato dal tavolo costituito dai ministeri vigilanti (Ministero della Salute e MEF), denominato Tavolo Adduce. Cambiano i commissari, addirittura si fanno nuove norme e Fra’ Remigio è ancora al suo posto a causare danni.
Last but not least, ultimo ma non per ultimo in ordine di importanza: i Direttori dei Dipartimenti percepiscono la differenza stipendiale, non dovuta, illegittimamente da ormai oltre due anni e non c’è nessuno che ne richieda la restituzione.
In molti dicono che siamo alle porte dell’arrivo della commissione d’accesso che sancirà lo scioglimento dell’Asp di Cosenza com’è già accaduto per quelle di Reggio Calabria e Catanzaro e il successivo commissariamento. Del resto, Cosenza non ha proprio nulla da “invidiare” (anzi!) a tutto il marcio emerso finora nella gestione della sanità.