É stato ritrovato privo di vita nella sua abitazione in un quartiere popolare di Domodossola Giuliano Roperti, 50 anni, coinvolto lo scorso gennaio nell’Operazione Reventinum.

A trovarlo in casa, privo di sensi, è stata la convivente che ha chiamato i soccorsi. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. L’uomo, dopo l’arresto su ordine della Procura delle Repubblica di Catanzaro, era stato successivamente scarcerato. Sulle cause della morte di Roperti i carabinieri di Domodossola mantengono la massima cautela e parlano di “probabile malore”. Si attendono ora le decisioni del magistrato.

Roperti è stato tra le 12 persone fermate nell’ambito dell’operazione incentrata sulla presunta lotta di ‘ndrangheta, nella Sila catanzarese. Roperti è nipote Domenico Mezzatesta, accusato dagli inquirenti nell’ambito dell’operazione di essere a capo della presunta organizzazione criminale. Su questo aspetto si è però successivamente espressa la Corte di cassazione che ha ridimensionato le accuse. Lo stesso Roperti era stato rimesso in libertà dallo stesso gip di Catanzaro. Gli inquirenti, all’epoca, avevano arrestato anche la moglie di Domenico.

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