Fonte Il Fatto Di Calabria
http://www.ilfattodicalabria.it/cronaca/2019/07/elena-e-la-sua-piccola-in-grembo-la-notte-del-miracolo-tra-paola-e-cosenza-copy/
Elena è giovanissima, ha 28 anni. È all’ottavo mese di gravidanza, manca poco ma non pochissimo al traguardo. Ma domenica notte sta malissimo. Siamo nel cuore più cuore della notte a Paola di una domenica che ha già conosciuto e lasciato sul campo le sue vittime sulla strada, la domenica dei due tragici incidenti in cui hanno perso la vita due centauri lungo il Tirreno delle vacanze e delle gite a mare. E tutto lascia pensare quella notte che il bollettino sia da aggiornare ancora per come arriva Elena all’ospedale di Paola. Chi l’accompagna non la porta a Cetraro, dove nella divisione bifronte dello spoke c’è Ostetricia. Ha pur sempre in pancia una bimba di 8 mesi ma Elena è al pronto soccorso di Paola, la sua città, che approda. Non a Cetraro. E chissà se solo per comodità d’urgenza o per diffidenza subliminale fatto sta che Paola (dove non c’è Ostetricia) nel cuore della notte di domenica le salva la vita e la salva pure alla piccola che ha in grembo. «Mi sono subito accorto della drammaticità della situazione e ho agito di conseguenza accelerando al massimo tutte le procedure». Lui è Pasquale Gagliardi. Da molti anni ormai medico anestesista all’ospedale di Paola. Ma soprattutto, mediaticamente parlando, è “quello dell’elisoccorso” ed è quello che più d’uno non dimenticherà mai per le vite salvate nelle gole del Raganello a cominciare dalla famigerata Chiara, «non scorderò mai gli occhi di quella persona..» ebbe a dire a “Repubblica”.
Pasquale Gagliardi, per fortuna di Elena, è sulla linea del “fronte” la notte di una domenica già troppo maledetta. Ed è a Paola. «Nella vita di un medico – ripete Gagliardi – capita assai raramente in una carriera intera di trovarsi di fronte alla “eclampsia”, patologia assai grave che se non diagnosticata per tempo e soprattutto se non trattata di conseguenza è mortale per la donna e per il feto. E per fortuna io, che vivo a stretto contatto con le emergenze di ogni tipo, ne ho viste una decina in vita mia di “eclampsie”. So di che si tratta e l’ho subito riconosciuto il rischio che correva Elena…». Chissà quanti l’avrebbero riconosciuto subito questo rischio, verrebbe da dire. E soprattutto in quale ospedale l’avrebbero riconosciuto. Fatto sta che “l’empiria” di Gagliardi è il primo asso nella manica per la vita di Elena e della sua piccola di otto mesi. L’altro, di asso, è la rapidità nell’agire e predisporre il piano di salvataggio… «Alle 4 di notte arriva Elena in pronto soccorso a Paola. Una ventina di minuti al massimo per diagnosticare la eclamspia e trattarla, alle 4 e 20 eravamo in ambulanza e alle 4 e 40 già all’Annunziata di Cosenza perché nel frattempo avevo allertato medici, anestesisti, il chirurgo. Perché Elena doveva essere operata subito, subito. Pressione troppo alta. Occhi fuori ormai dalle orbite. Lingua morsicata.
Quasi in crisi epilettica o convulsiva, Elena. Non c’era più tempo ma grazie ad un gioco di squadra perfetto tra 118 e medici dei due pronto soccorso e grazie ovviamente al chirurgo che l’ha operata d’urgenza all’Annunziata ora non solo la piccola di otto mesi è salva ma anche Elena, che da prassi poi deve andare in Rianimazione, possiamo dire che non se la passa male. Certo diagnosticare subito la “eclampsia” è stato decisivo. Anche a Cosenza si sono complimentati con la diagnosi così immediata, della serie come hai fatto a trattarla subito azzeccando il rischio… ». Storia, per una volta ma ce ne sono tante sommerse, di “medici senza frontiere” di Calabria. E storia che narra che se si gioca di squadra e con sapienza e tempestività la vita la si può salvare anche dalle nostre parti. Poi, è chiaro, questa è anche una storia di fatalità. Di una notte con il medico giusto al posto giusto. Una notte che se non scegli l’ospedale giusto non ne esce vivo nessuno…
I.T.