Di Francesca Lagatta
Santina Adamo, la donna morta per una emorragia dopo il parto all’ospedale di Cetraro, si sarebbe potuta salvare? E’ questa la domanda che dal tragico 17 luglio scorso la Calabria e i calabresi ripetono a se stessi come un mantra. Molto probabilmente, la risposta la darà l’esito dell’autopsia, effettuata ieri all’ospedale Annunziata di Cosenza, ma alla luce di nuovi elementi, è possibile stabilire che quella notte forse ci fu un errore nella richiesta delle sacche di sangue, richiesta che fu presa in carico dal centro trasfusionale più vicino, ossia quello all’interno dell’ospedale San Francesco di Paola, distante da quello di Cetraro di ben 25 chilometri.
La cronaca dettagliata dei minuti concitati
Sono le 4,47 del 17 luglio scorso, Santina è ancora viva, è nelle mani dei sanitari che stanno già cercando di fermare la copiosa emorragia. L’ostetrica del reparto di Ostetricia e Ginecologia di Cetraro, a quel preciso orario, allerta la dottoressa Anna Maria Lo Gatto, tecnico di laboratorio reperibile del servizio trasfusionale. Si richiedono “n° 2 unità di emazie concentrate di gruppo 0 Rh (D) positivo per una paziente affetta da emorragia post partum”.
La Logatto tempestivamente, alle ore 04,48, cioè solo un minuto più tardi, avverte telefonicamente il medico reperibile, Antonio Rende, il quale si reca prontamente al servizio trasfusionale. L’autista incaricato di prelevare la sostanza ematica, inviato da Cetraro, giunge al nosocomio paolano alle 5,30. L’uomo ha con sé 2 provette per l’esecuzione del gruppo sanguigno e le prove di compatibilità pretrasfusionali.
La richiesta della ginecologa Concetta Perri è di carattere di “urgenza”, ciò che richiede sollecito ma implica circa un’ora per l’espletamento della procedura, e non di “emergenza”, cioè che necessita un intervento rapido e immediato. Questa sottile ma sostanziale differenza potrebbe aver cambiato il corso delle cose, perché la richiesta in “emergenza” avrebbe consentito l’evasione della richiesta di sangue secondo le procedure di emergenza senza prove di compatibilità.
Nel frattempo si registra l’utilizzo dell’unica sacca di sangue ORh (D) negativo a disposizione dell’ospedale di Cetraro e la comunicazione viene tramite fax al centro trasfusionale alle ore 05,39.
Quattro minuti più tardi, alle 05,43, all’ospedale di Paola vengono avviate le prove di compatibilità pre trasfusionali, operazioni che si concludono alle 06,08. Le sacche vengono consegnate al corriere alle ore 06,10, che deve percorrere in tutta fretta 25 chilometri per consegnarle. Ma il plasma non verrà mai utilizzato perché alle ore 06,35 circa viene comunicato agli operatori del servizio trasfusionale che la paziente Adamo Santina, nonostante i tentativi di rianimazione, è deceduta, e che quindi le sacche di sostanza ematica non erano più necessarie.