Un foglio di carta, 24 righe, nessun firma e una busta spedita da un anonimo alla Procura della Repubblica di Vibo e ad uno dei legali della famiglia Chindamo, l’avvocato Nicodemo Gentile. “Chi l’ha visto” è tornato ad occuparsi della scomparsa di Maria Chindamo, la donna di Laureana di Borrello della quale non si hanno più notizie dal 6 maggio del 2016. Il programma Rai condotto da Federica Sciarelli si è concentrato su una lettera anonima pubblicata dal settimanale specializzato “Giallo” che parla di omicidio, indica il possibile movente e addirittura dove potrebbe essere stato sepolto il corpo anche se i carabinieri hanno setacciato palmo a palmo il posto senza riuscire a trovare tracce della donna.
Un omicidio organizzato. In poche righe un anonimo o un’anonima racconta ciò che per lui o per lei è la verità sul mistero della scomparsa di Maria Chindamo. “Chi l’ha uccisa – scrive – sono persone del posto, le stesse che hanno tormentato il marito, le stesse persone che frequentavano la proprietà della famiglia”. Chi scrive la lettera sembra a conoscenza di tutti i dettagli e aggiunge: “Era tutto organizzato. Avevano una copia della chiave del cancello della proprietà. Era tutto organizzato anche la messinscena. Conoscevano la proprietà di fronte, le sue abitudini e quello che dovevano fare quel giorno”. L’anonimo o l’anonima dicono anche dove il corpo di Maria sarebbe sepolto: “Guardando il cancello a destra di una proprietà altrui, non lontana dalla sua ma ben nascosta ci sono i poveri resti. A fianco passa la strada, lei è sepolta al di sotto del livello stradale”. Le ricerche dei carabinieri con i cani molecolari si sono spinte fino a questi terreni, hanno scavato, cercato ma non trovato. La lettera anonima parla anche di quello che potrebbe essere il presunto movente: “Sta nella proprietà, questione di soldi, di possesso. Brutte cose”.
Lettera anonima ma attendibile. Per Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, quel foglio inviato alla Procura di Vibo è anonimo ma sufficientemente attendibile: “E’ stato scritto da qualcuno che ha orbitato nello stretto giro di Maria”.Gli investigatori fin dal primo momento della scomparsa, ipotizzano che la morte della Chindamo fosse da legare a una vendetta per il suicidio del marito Ferdinando. Le date coincidono: a maggio del 2015 lui si uccide perché la moglie lo ha lasciato, esattamente un anno dopo lei viene fatta scomparire dopo essersi recata su un terreno di sua proprietà a Limbadi, al confine tra le province di Reggio Calabria e Vibo. “Chiedete agli operai – scrive ancora l’anonimo nella lettera – di quelle visite subite dal marito nella proprietà e non solo nella proprietà. Che parlassero. Loro hanno visto situazioni poco chiare, hanno sentito alzare la voce e minacciare”.
L’appello. Per Vincenzo Chindamo il movente dell’uccisione di Maria è un insieme di cose che unite hanno portato alla sua scomparsa: dalla vendetta per il suicidio del marito all’interesse sui terreni di famiglia. Il servizio di “Chi l’ha visto” si chiude con un appello al misterioso anonimo: “Dicci qualcosa di più, aiutaci a ritrovarla”.