Di Francesca Lagatta
Denaro da investire non ce n’è, almeno così dicono ai piani alti della sanità, e quello disponile viene sprecato come peggio non si potrebbe. Questo è ciò che trapela da alcuni documenti finiti nei giorni scorsi negli uffici della Corte dei Conti di Catanzaro. Dopo il caso del medico fantasma, stavolta a finire nel mirino degli inquirenti sarà «una organizzazione “sui generis”» della Uoc Diagnostica per Immagini, di cui risulta direttore il dottor Antonio Lopez. A presentare l’esposto, un dirigente medico dell’Asp di Cosenza.
Lo spreco della Uoc di Neurochirurgia
Secondo quanto riporta il nuovo documento, nella Uoc Diagnostica per Immagini, che comprende le strutture degli ospedali dello spoke Cetraro-Paola e l’ospedale di Praia a Mare, esisterebbe una netta distinzione tra le figure professionali di neuroradiologi e bodisti, normalmente prevista solo in presenza di una Uoc di Neurochirurgia. Tale circostanza comporta, ad esempio, una doppia reperibilità notturna e festiva, a cui vanno aggiunti 20 euro per ogni relazione medica. La distinzione, tra l’altro – si legge ancora -, «è causa evidente di perdita di professionalità, in quanto i medici bodisti e neuroradiologi si interessano esclusivamente di un certo settore della radiologia, trascurando tanto l’altro. Solo per fare un esempio, i neuroradiologi non eseguono ecografie da anni e ciò comporta lunghissime liste d’attesa». In pratica, è come se un anestesista venisse adoperato solo per la sala operatoria e non per la rianimazione.
Lo stranezze nella teleradiologia
Altro sistema ambiguo, a detta del firmatario del documento, sarebbe quello della teleradiologia, che ha un costo complessivo di circa 300mila euro. «Nella pratica medica èimprescindibile rapporto medico-paziente – si legge ancora -. Invece con questo sistema, sono i tecnici a scattare le immagini scegliendo le posizioni dei pazienti, poi le inviano in seguito al medico addetto alla teleradiologia. Semmai, a consultarsi dovrebbero essere due medici (teleconsulto). Non si capisce perché questa pratica sia adottata solo nello spoke Cetraro- Paola».
Presunta incapacità organizzativa
Nelle carte inviate alla Corte dei Conti le informazioni sono dettagliate. «Al fine di evidenziare l’incapacità organizzativa e gestionale che causa disservizi e spese ingiustificate», specifica il dirigente medico, si riporta il numero degli esami relativi all’anno 2018: Diagnostica per Immagini ospedale di Praia a Mare (2 radiologi) n° 23348 (rx, tc, eco); Diagnostica per Immagini spoke Cetraro-Paola (11 radiologi) n° 32793 (rm, rx, tc, eco, moc). Questo cosa sta a significare? «La matematica non è una opinione, per cui risulta evidente che nello spoke Cetraro-Paola si eseguono 8500 esami annui in più, ma con 2 diagnostiche in più e ben 11 radiologi». Quindi inevitabilmente il discorso verte su uno dei più grandi misteri della sanità altotirrenica: «Credo che una più equa e sana organizzazione – scrive ancora il camice bianco – consentirebbe anche l‘attivazione della Risonanza Magnetica all’ospedale di Praia». Lo strumento diagnostico, infatti, costato all’Asp di Cosenza oltre 450mila euro, è arrivato nel nosocomio praiese nell’aprile del 2017, dopo i lavori di adeguamento delle stanze che la ospitano e un esborso di denaro per l’arredamento, ma non è mai entrata in funzione. Otretutto, a tuttoggi si continua a pagare quotidianamente per la sua manutenzione e per la corrente elettrica che consuma pur non essendo mai utilizzata e nel caso in cui si decidesse di metterla finalmente in funzione, all’Asp di Cosenza spetterebbe l’esborso di ulteriori 250mila euro circa per la scheda obbligatoria di aggiornamento. Perché chi ha comprato la Risonanza Magnetica, non l’aveva messa in conto.