Fonte Iacchitè
Un colpaccio” da grandi artisti, un blitz messo a segno in piena bagarre di decreto Calabria e con un reggente alla guida dell’Asp di Cosenza. Giovedì scorso l’Asp di Cosenza ha “partorito” una delibera che ha dell’incredibile, se si pensa che siamo in piena emergenza e che le priorità dovrebbero essere altre. Il dirigente reggente Sergio Diego, con la collaborazione di Guglielmo Cordasco e di Pasqualino Montilli, ha elargito alla famigerata cooperativa Seatt dell’altrettanto famigerata cricca comandata da Gianfranco Ponzio, la somma di 631 mila euro quale liquidazione delle fatture emesse per le mensilità da giugno a dicembre 2018, che risultavano evidentemente bloccate e che neanche Raffaele Mauro alias Faccia di Plastica e i suoi successori commissari erano riusciti a “sbrigare”.
La cooperativa Seatt gestisce i servizi di “conservazione archivi telematici, incameramento dati protocollo telematico, gestione prenotazioni prestazioni sanitarie, call center telematico (Centro unico di protezione), riscossione pagamenti ticket, attività di ricezione archiviazione dati sensibili, reception e front office” e così via ormai da sette anni, al punto da essere diventata l’ufficio di collocamento delle truppe cammellate del Cinghiale e il moderno caporalato della sanità, visti gli stipendi da fame che vengono erogati ai dipendenti.
Gianfranco Ponzio, poi, da tutti universalmente riconosciuto come deus ex machina della cooperativa, proprio in questo periodo è attivamente impegnato nella campagna elettorale di Rende con la moglie Annarita Pulicani, consigliere comunale uscente, candidata in una delle liste che sostengono Mimmo Talarico. Di conseguenza, a nessuno possono sfuggire gli interessi elettorali che escono fuori da questa improvvisa determina.
Entriamo nel dettaglio dell’espediente che è stato utilizzato per sbloccare la pratica in fretta e furia e alla chetichella. La cooperativa Seatt gestisce questo fiume di denaro e di posti di lavoro in regime di proroga ormai dal 2015, quando già doveva essere espletata una nuova gara della quale poi non si è mai saputo nulla… E così, come scriviamo puntualmente da anni, sono arrivate le proroghe del 2016 e del 2017.
Il 31 ottobre 2018 la cooperativa Seatt è riuscita ad entrare nel bilancio e si è “conquistata” la non indifferente cifra di 748.173,68 per liquidare le fatture del periodo dicembre 2017-maggio 2018. E qui entriamo nel vivo della storiella. La Direzione Strategica non adotta l’impegno di spesa per il periodo giugno 2018-dicembre 2018 ma, come si legge nel capolavoro licenziato dall’Asp di Cosenza “… stante sempre la necessità di garantire la continuità dei servizi affidati ed al fine di evitare interruzioni con gravi disservizi all’utenza, gli stessi servizi sono stati regolarmente resi per tutto il suddetto periodo senza interruzione e proseguono ancora…”.
A questo punto, come nella famosa storiella dei tre compari o delle tre carte, arriva l’avvocato Salvatore Liguori, che in nome e per conto della cooperativa del Cinghialotto, ha diffidato l’Asp di Cosenza al pagamento delle fatture relative al periodo giugno 2018-marzo 2019 per un importo di 951 mila 599 euro più gli interessi moratori di circa 19 mila euro e delle spese legali di 7.500 euro.
Per tutta risposta, il reggente Sergio Diego, praticamente appena nominato, propone alla Seatt il pagamento della somma con l’esclusione degli interessi moratori e delle spese legali e addirittura (!) sbandiera la genialata come un “risparmio” per la sua Azienda… E – quasi riconoscente per lo “sconto” fatto – come primo atto del suo mandato delibera il pagamento delle fatture delle mensilità da giugno a dicembre 2018 per la modica somma di 631 mila 132 euro.
Ma la “perla” sta nella conclusione quando il buon Diego scrive che trasmette la delibera al commissario Cotticelli e precisa, quasi per mettere le mani avanti e pararsi da qualsivoglia tentativo di blocco o di ostruzionismo che “il presente provvedimento non è soggetto al controllo ed è immediatamente esecutivo…”.
Ora, davanti a questa storia sono due le cose da fare: o indignarsi per bloccare questo vero e proprio colpo di mano in piena campagna elettorale (a tale proposito siamo assai curiosi di verificare quale sarà la reazione delle altre coalizioni in lizza per le elezioni di Rende) o applaudire i commedianti per la sceneggiata perfettamente portata a termine.