Due anni di processi. Tanto ci è voluto per la conclusione di una vicenda giudiziaria che ha visto due Pubblici ufficiali della polizia municipale di Scalea, rinviati a giudizio per il reato di rifiuto di atti d’ufficio. Entrambi sono stati assolti dal Tribunale di Paola, in composizione collegiale difesi uno dall’avvocato Michele Valente e l’altro dall’avvocato Arturo Valente, del Foro di Paola.
Il Tribunale collegiale, in accoglimento alle richieste difensive, ha deciso per l’assoluzione dal capo d’imputazione, con la formula: “perché il fatto non sussiste”, riservandosi i 90 giorni per le motivazioni. La vicenda, si riferisce alla mancata esecuzione di un sequestro preventivo di un appartamento realizzato in assenza del permesso a costruire. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, che ha visto come testimoni forze dell’ordine e medici, che hanno confermato il grave stato di salute dell’occupante, nonché proprietaria dell’appartamento, le difese hanno avuto modo di dimostrare che in effetti i due pubblici ufficiali della polizia municipale di Scalea hanno regolarmente notificato il decreto di sequestro, senza poter apporre i sigilli a causa dello stato di salute della signora. E dunque, non hanno posto in essere comportamenti idonei alla configurazione del reato contestato, ma, semmai, come ribadito nell’arringa finale degli avvocati Michele Valente e Arturo Valente, i due pubblici ufficiali, di fronte allo stato di necessità di salvaguardare e non ledere il diritto alla salute, costituzionalmente garantito in capo alla proprietaria dell’appartamento, hanno tenuto un comportamento alternativo giustificato, tale da non configurare l’indebito rifiuto di atti d’ufficio.