Il curriculum criminale di Alberto Novello, trentenne cosentino, è davvero notevole. Nonostante la sua giovane età, vanta numerosi precedenti penali, tra cui l’intimidazione ad alcuni amministratori di Marano Marchesato, commessa insieme ad altri appartenenti del clan “Rango-zingari” di Cosenza. Patteggiò la pena, rimanendo fuori poi dalle indagini della Dda di Catanzaro sul presunto caso di voto di scambio, inchiesta tutt’ora ferma a distanza di quattro anni dalle perquisizioni eseguite dai carabinieri del comando Provinciale di Cosenza.

Il pentimento

Alberto Novello un anno fa era uscito indenne dal processo sul tentato omicidio di Diamante. Per i carabinieri di Scalea aveva sparato contro un ragazzo di San Lucido al termine di una rissa, avvenuta in un bar della cittadina tirrenica. Pochi giorni prima, invece, la squadra Mobile di Cosenza lo aveva arrestato con l’accusa di possedere un arsenale di armi, forse per conto dei clan cosentini. Senza dimenticare il processo “Mater”, l’inchiesta della procura di Cosenza sullo spaccio di droga in città.

I primi indizi di una sua possibile collaborazione risalgono a diversi mesi fa, quando nel giro di poche settimane cambia più volte avvocato. O meglio, i legali che lui aveva nominato revocano poco dopo il mandato a difenderlo. Le prime voci, all’epoca non confermate, fino all’epilogo di ieri. In aula, nel corso del processo “Mater”, il pm Giuseppe Cozzolino annuncia che il prossimo 13 maggio Alberto Novello deporrà in qualità di collaboratore di giustizia. Che fosse inserito negli ambienti criminali è risaputo, un buon motivo dunque per annotare le sue dichiarazioni sia in ambito ordinario sia per la Dda di Catanzaro. (a. a.)

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