Un nuovo tassello si aggiunge all’inchiesta de Le Iene sugli ospedali da incubo della Calabria. Nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria manca un bilancio dal 2013 ma anche tracce della contabilità, come raccontano 4 dirigenti che ci hanno lavorato cercando di cambiare le cose

 

Pochi giorni fa il governo ha sciolto l’Azienda Provinciale della Calabria per infiltrazioni mafiose. La stessa che gestisce gli ospedali da incubo di cui ci ha parlato il nostro Gaetano Pecoraro.

Qui i pazienti vengono spostati a mano, l’attrezzatura non c’è e mancano i primari. Eppure i costi sono allucinanti. “800 milioni all’anno costano”, dice Ezio Arcadi il magistrato di Locri. Come se non bastasse “Non esiste un bilancio da anni”, aggiunge Giovanni Calabrese sindaco della stessa città.

E allora dove finiscono tutti questi soldi?  – si legge sul sito della nota trasmissione – Il direttore tecnico di quell’Asp  aveva detto: “C’è il filone dei doppi pagamenti” attraverso cui molti fornitori di ospedali venivano pagati due volte per gli stessi lavori.

In questo nuovo tassello dell’inchiesta de Le Iene sugli ospedali da incubo, Gaetano Pecoraro ha parlato di questo sistema con quattro alti dirigenti che sono stati ai vertici dell’Asp di Reggio Calabria. Per ragioni di sicurezza personale non hanno concesso un’intervista, ma dalle loro parole capiamo molte cose.

“Il problema grosso non è solo che mancano i bilanci, manca proprio la contabilità”,  dice un dirigente. “Io ho trovato tutta una serie di pagamenti dove non è specificato quali fatture vado a pagare. In quel modo se quel fornitore mi chiede una seconda volta il pagamento di quella fattura gliela pago un’altra volta, una seconda volta, una terza volta”. Non esiste un registro e quindi neanche traccia dei pagamenti.

“In questo modo i debiti non vengono estinti: il pagamento l’ho fatto, ma il debito resta. In tutto ho trovato circa 200 milioni di pagamenti fatti senza causale”. E quando l’Asp non paga le fatture, i fornitori cosa fanno? “Agiscono ottenendo decreti ingiuntivi e pignoramenti, per 150 milioni di queste ingiunzioni pagare non si sa nullaneanche chi li ha incassati quei soldi!

Un meccanismo assurdo che ci viene confermato da un secondo dirigente. “Il creditore veniva pagato sia in via amministrativa che a seguito di atti giudiziari e di pignoramento. È un sistema che dà la possibilità a chiunque”. Come lui un terzo dirigente – si legge ancora sul sito della trasmissione –  parla di questo sistema. “Case di cura private, ambulatori per le analisi si facevano pagare le fatture 2/3 volte”, spiega un ex commissario dell’Asp che era riuscito anche a sistemare le cose. “Avevo capito in quale mondo mi trovavo. Ho fatto una delibera dicendo: ‘Chiunque pensa di vantare crediti, mi porta le carte. Io faccio controlli, voi non mi chiedete di pagare gli interessi maturati. Io vi pago solo il capitale, però vi pago’”. Accettano in 100 per un valore di 100 milioni di euro, ma in quel momento il direttore viene cacciato.

Questo sistema però consentiva ai creditori di far lievitare i costi in maniera enorme. “Se ho un decreto ingiuntivo, lo lascio lì 10 anni”, ci dice un altro testimone. “Non lo mando in esecuzione perché il giudice mi ha riconosciuto gli interessi commerciali”. Interessi che possono arrivare fino al 10% e diventano un investimento! “E’ come se una banca ti dà un interesse del 9% all’anno. Sono una marea di soldi”.

Ad approfittare di questo caos amministrativo non sono solo le piccole aziende. “Lo fanno anche le grosse multinazionali del farmaco”, sostiene l’ex dirigente. “Loro lo avevano ammesso, queste fatture erano state pagate due volte. Stiamo parlando anche di 10 milioni di euro”. E poi ci sono altri metodi per far sparire i soldi. “Abbiamo pagato fatture eccedenti l’acquisto per 9 milioni e 800mila euro. Questo avviene perché all’interno dell’azienda c’è qualcuno che non fa il suo dovere”. Così ha portato tutto in Procura.

Scopriamo anche l’Asp è proprietaria di terreni in tutta la Calabria. “Non è normale, devono essere finalizzati ad attività sanitarie”. Gaetano Pecoraro è andato a vedere che cosa c’è oggi su questi terreni. Sul primo troviamo un pollaio, su un altro c’è una casa privata e su un altro addirittura un’azienda agricola. Il tutto pagato con canoni di affitto di 51 euro.

Noi siamo andati a parlare con Giuseppe Corea, il direttore delle risorse finanziare dell’Asp Calabria. Con lui facciamo qualche verifica incrociata di chi ha chiesto il pagamento di alcune fatture per avere il pagamento forzato. Su 7 fatture, una di 52mila euro è stata pagata. Come mai allora lo richiede ancora? L’unico che può fermare questa emorragia di denaro è il nuovo commissario della sanità calabra, Saverio Cotticelli: “Sarò la sentinella della legge, atti illegali con me non ce ne saranno mai”.

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