Di Antonello Troya

E’ stata solo una fatalità. Quanto successo è stato dovuto solo ad una serie di circostanze che non sarebbero dovute accadere. Invece è capitato e di ciò me ne dispiace per la padrona del cagnolino”.

Veruschka Borrello, proprietaria dei due Amstaff, American Staffordshire terrier, (molossi simili ai pitbull) ha vissuto questi momenti dopo l’aggressione ad un meticcio da parte dei suoi cani, con molto dolore. Come si ricorderà ha fatto molto clamore la notizia che i due Amstaff hanno aggredito un meticcio, uccidendolo, a mandato all’ospedale la sua padrona. I fatti sono avvenuti nella mattinata di l’altroieri in località Vetticello a Belvedere Marittimo. “Non sarebbe dovuto accadere, e invece è successo. Di ciò siamo molto addolorati. Stiamo vivendo momenti terribili”. La Borrello dà la sua versione dei fatti con dovizia di particolari, assieme al fratello, anch’egli presente al momento dell’accaduto. “Il cagnolino si è avvicinato al confine del nostro giardino – spiega la Borrello – assieme alla padrona. Il mio cane si è avventato per difendere la sua territorialità: è presente in tutti gli animali il senso del territorio. Si sarà sentito minacciato e ha reagito. Sono stati momenti drammatici. Il meticcio, forse perché rimasto in braccio alla sua padrona, ha avuto poche possibilità di difendersi. Anzi i graffi presenti sulla mano della malcapitata sono stati provocati proprio dal meticcio nel tentativo di difendersi. Certo non dal molosso che di danni ne fa molti di più”. Sollecitati gli enti preposti non hanno potuto fare altro che mettere sotto osservazione i due molossi. Chiara la relazione del veterinario dell’Asp, Pino Blevio, accorso sul posto assieme ai carabinieri e ai vigili urbani: i due cani “sono tranquilli e non presentano segni di aggressività” (Il verbale in alto a sinistra). Ma una particolare attenzione sarà dedicata nelle settimane a venire.

 

I cani, secondo quanto stabilisce la legge, restano in custodia per dieci giorni, dopo aver verificato alcuni fattori, tra cui la presenza del virus della rabbia. Toccherà al proprietario tenerli in custodia. Ad ogni modo non si parla di abbatterli né di affidarli ad un canile.

 

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