“Faccio mie le preoccupazioni espresse, in questi giorni, dalla cabina di regia unitaria del mondo venatorio, per quel che concerne l’ipotesi di riforma costituzionale del referendum, in discussione in seno al Parlamento.

 

La paventata riduzione, dal 50% più uno degli aventi diritto al volo, al 25%, rischia di minare gli equilibri del sistema democratico e di penalizzare, anche, le associazioni venatorie, troppo spesso prese ingiustamente di mira”.
È quanto afferma il dott. Luigi Novello, responsabile agli affari istituzionali, per la provincia di Cosenza, dell’associazione nazionale libera caccia.
“Non possiamo purtroppo negare, che le nostre associazioni devono confrontarsi, in continuazione, con il vasto mondo delle organizzazioni ambientaliste, animaliste ed anti-caccia, che non conosco e non vogliono comprendere quelli che sono i valori della caccia, le sue tradizioni, la sua utilità sociale ed anche per la tutela dell’ambiente stesso, senza tener conto della rilevanza per l’economia. C’è poi da non sottovalutare il disinteresse, verso il tema dalla caccia e dell’ambiente, di gran parte della popolazione, che, sicuramente, diserterebbe una probabilmente consultazione referendaria abrogativa della caccia.

 

Ne va dunque da sé, che ci ritroveremo una sparuta minoranza di cittadini, a scegliere per tutti e ciò è inaccettabile, oltre che costituzionalmente anomalo”.
Sempre Novello, ribadisce: “Faccio anche mie le parole delle associazioni venatorie, in relazione alle conseguenze ben più ampie che, la riforma paventata, arrecherebbe. Preoccupazioni, che ci portano a riflettere ed a coinvolgere tutti gli associati, affinché, già da ora, ci si mobiliti per contrastare queste proposte.
Anche perché, temi così importanti, come quelli attinenti alle libertà civili, alla sanità, alle opere pubbliche, non possono essere lasciati alla mercé di minoranze faziose, portatrici di interessi di parte, magari nel disinteresse della maggioranza dei cittadini, che, poi, ne subirà le conseguenze”