Violenza sessuale su minori, prostituzione minorile, stalking, detenzione di ingente quantità di materiale pornografico prodotto con l’utilizzo di minorenni.
Questi i gravissimi capi di imputazione contestati dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, D.ssa Caterina Catalano, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, a carico di un insospettabile operaio della provincia di Reggio Calabria, al termine delle laboriose ed approfondite indagini svolte dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni su numerosi casi di minori adescati on line attraverso relazioni virtuali avviate sui social network con il fine, concretizzatosi in diversi casi, di successivi incontri reali di natura sessuale.
Gli inquirenti hanno accertato che, dietro l’apparente normalità familiare e lavorativa, si celava la personalità di un adescatore seriale di adolescenti che, approfittando delle opportunità di anonimato che offre il web, non esitava a mentire spudoratamente sulla propria identità al solo fine di ingannare gli interlocutori, per indurli ad inviare proprie immagini intime e compromettenti e poi minacciarli al fine di concordare incontri reali nel corso dei quali consumare atti sessuali.
L’indagine ha inizio quando una delle vittime, dopo aver subito forti pressioni dall’indagato, decideva di recarsi presso gli Uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni per raccontare l’accaduto.
Gli specialisti della Polizia di Stato hanno raccolto così i primi, allarmanti elementi e, sotto le direttive dell’Autorità Giudiziaria hanno avviato, in una prima fase,un’attenta analisi dei flussi telematici relativi ai contatti con le vittime, allo scopo di risalire al soggetto che si celava dietro i numerosi profili Facebook falsi ed il reale utilizzatore di alcune utenze telefoniche, attivate per intrattenere i rapporti con i minori adescati.
L’indagine proseguiva,quindi,attraverso una specifica e laboriosa attività tecnico-informatica conseguente all’esecuzione di un perquisizione a carico dell’indagato, che consentiva agli investigatori di sequestrare numerosi supporti informatici,la cui analisi evidenziava una complessa mole di conversazioni intrattenute con le numerosissime potenziali vittime, che venivano successivamente individuate ed interpellate con le dovute cautele, per fornire ulteriori, probanti circostanze circa gli sviluppi e le conseguenze concrete, successivamente ai primi approcci in web.
Particolarmente laboriosa è risultata la valutazione dei contenuti estrapolati dai supporti informatici sequestrati, che incrociati con i dati presenti all’interno dei form di registrazione dei profili aperti sui social network interessati, ha permesso di individuare numerosissime vittime,alcune delle quali hanno confermatogli incontri fisici seguiti all’approccio virtuale ed ottenuti,quasi sempre, con la minaccia di divulgare le immagini compromettenti carpite.
Si è rivelata molto proficua, peraltro, la collaborazione fornita al Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma dal NCMEC“National Center for Missing and Exploited Children”, organizzazione non governativa statunitense impegnata in preziose attività e scambi informativi a livello internazionale a tutela dei minori,che ha consentito di acquisire il materiale pedopornografico scambiato dall’indagato con i minori, attraverso il social network Facebook,anche ai fini della contestazione del reato di pornografia minorile.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito oggi dalla Polizia Postale e delle Comunciazioni di Reggio Calabria che, dopo gli adempimenti di rito, ha condotto l’indagato presso la struttura carceraria circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Le indagini, svolte dagli investigatori della Polizia Postale e delle Comuncazioni, su direttive del Sostituto Procuratore dott. Romano GALLOe coordinate personalmente dal Procuratore della Repubblica Aggiunto dott. Gerardo Dominijanni, si sono rivelate particolarmente complesse e delicate, poiché l’odierno arrestato esercitava una fortissima influenza psicologica nei confronti delle vittime, che ignare di quanto stesse accadendo loro, credevano ingenuamente di chattare con un coetaneo per scoprire invece,troppo tardi,la reale identità dell’interlocutore quando,nel corso degli incontri reali concordati, venivano costretti o convinti con il ricatto a subire atti sessuali o erano, successivamente, oggetto di condotte persecutorie, chiudendosi, nella maggior parte dei casi, nel silenzio e subendo gli abusi senza ribellarsi.
L’episodio è l’ennesima conferma della necessità di una maggiore consapevolezza ed attenzione nell’uso di internet e degli strumenti di comunicazione telematica, a tutela dei minori e delle fasce deboli. Questa è la finalità delle tante campagne di prevenzione, condotte quotidianamente dalla Polizia di Stato, dall’Autorità Giudiziaria e dagli altri operatori del settore, volte a sensibilizzare i nativi digitali sulle insidie del web e sulle accortezze da utilizzare al fine di tenere sempre ben distinto il mondo reale dal mondo virtuale, ma anche a coinvolgere in questa missione il mondo degli adulti, affinchè esercitino in maniera tanto discreta,quanto incisiva, quel ruolo di controllo, di guida e di esempio che serve agli adolescenti per fruire in maniera corretta dei vantaggi che offre la moderna tecnologia.