I pezzi del mosaico internazionale si vanno componendo, settimana dopo settimana. Il giallo si snoda tra Calabria, Puglia, Grecia e Germania. E riguarda un business enorme: il mercato farmaceutico. Costosissimi presìdi antitumorali (e non solo) spariscono dai magazzini italiani per riapparire in Nord Europa, reimmessi nel “parallel trade”, una linea di distribuzione legale ma piuttosto facile da infiltrare, anche da parte della criminalità organizzata. Per gli investigatori tedeschi dietro una parte del business potrebbe esserci (anche) la ‘ndrangheta, se non altro per la fitta ragnatela di “locali” tedesche. Un sospetto alimentato da una serie di furti registrati in Calabria. Proviamo a mettere insieme i pezzi del puzzle.

I medicinali autorizzati possono circolare liberamente nel mercato dell’Unione europea. Uno Stato membro può vendere un farmaco a un altro Paese e prezzi vantaggiosi. Il meccanismo si verifica per gli antitumorali, il cui acquirente principale è la Germania, dove i prezzi sono molto più alti che nel resto d’Europa. È un metodo rischioso: nelle scorse settimane, nel Brandeburgo, è scoppiato il bubbone. Lunapharm, uno dei grossisti, dal 2015 a oggi avrebbe introdotto farmaci salvavita all’inizio sottratti ad Atene e più recentemente al Sistema Sanitario italiano. Il guaio è che le organizzazioni criminali che hanno sottratto i farmaci al sistema, non badano troppo alla loro conservazione: i medicinali – è già successo in passato – potrebbero essere contaminati, diluiti o trasportati a temperature che ne eliminano il principio attivo, rendendo le cure completamente inutili.

L’OMBRA DELLA ‘NDRANGHETALa Società italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende ospedaliere (Sifo) è convinta che dietro i furti di farmaci vi sia la mano della criminalità organizzata. Le entrature del clan camorrista Licciardi nel mercato illegale erano già emerse in un’inchiesta della Dda di Bologna. Ma la stampa tedesca, riportando le impressioni degli investigatori, ipotizza che anche la ‘ndrangheta possa avere una parte importante nei traffici. Le autorità tedesche – lo riportava l’Espresso – hanno detto apertamente di «temere la presenza della mafia» dietro ai traffici di medicinali. Ed è uno dei motivi che ha spinto gli investigatori di Berlino, i primi di agosto, a contattare l’Agenzia del farmaco italiana, che già da tempo ha apertamente messo in guardia su questi rischi, spiegando che in teoria nessun antitumorale potrebbe uscire dal nostro sistema sanitario nazionale, perché sono tutti ceduti in via esclusiva alle farmacie ospedaliere.

FURTI IN SERIE E proprio dalle farmacie ospedaliere, almeno in Calabria, spesso spariscono con modalità che lasciano sospettare connivenze e assenza di controlli. Nel dicembre 2017, nel dispensario Asp di Catanzaro Lido, i ladri hanno agito indisturbati per circa sei ore, portando via medicinali del valore di circa 200mila euro. Nessuno ha sentito né visto nulla, neanche il buco nel muro che ha consentito ai malviventi di penetrare nel magazzino. Sapevano cosa cercare: farmaci chemioterapici, per la cura delle malattie croniche, dell’epatite. Tutti “pezzi” dal valore elevato. Fu uno dei casi più eclatanti, non certo l’unico: nei mesi di settembre e ottobre dello stesso anno era stata presa di mira la farmacia dell’ospedale di San Marco Argentano, dalla quale erano spariti medicinali per un valore di 200mila prima e 250mila poi. Un altro colpo, sempre a San Marco ma nel gennaio 2018, ha fruttato un bottino più contenuto: 90mila. Fa mezzo milione di euro in una singola farmacia nel giro di un anno. Ed è soltanto il pezzo di un puzzle del quale non si conoscono ancora i contorni.

Di Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

 

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