Di Antonello Troya
È sporco, decisamente sporco. Vergognosamente sporco il ruolo che l’Europa ha deciso di voler svolgere sulla pelle dei disperati. Come violentemente sporco è il gioco che i mercanti di uomini, i nuovi schiavisti stanno portando avanti. Non mi stupirei se dietro l’ennesimo naufragio, dietro la morte assurda di uomini scappati dalla propria terra ci siano gli interessi speculativi di questi mercanti di uomini. Dare un segnale all’Europa per far capire chi comanda veramente: altro che summit sino alle ore del mattino. Siamo abituati a ben altro, noi. Siamo abituati ai perenni sbarchi di disperati e l’accoglienza che stiamo riservando non è proprio delle migliori. Ma anche l’Europa ci sta mettendo di suo, ad ignorare il problema.
La Libia è stata sempre una polveriera. E gli interessi in gioco sono tanti. A cominciare dal business degli oleodotti e dove la nostra Eni ha le mani in pasta. Eccome se ce l’ha. Vuoi il mio gas? Vuoi il mio petrolio? E allora prenditi anche i miei profughi. Le due fazioni che si fanno guerra ormai da anni non garantiscono quella sicurezza che il mercato dovrebbe garantire.
Da una parte il generale Khalifa Haftar: quello che minacciò di bombardare le nostre navi, dall’altra il generale Abdelhakim Bouhaliya, comandante della base navale di Abu Sitta a Tripoli in cui risiede il premier Fayez Al Serraj. E in mezzo il Mediterraneo. Tutti i paesi, nessuno escluso, fa affari con i libici. Chi si allea (e mangia) con Al Serraj, chi invece specula sugli affari sporchi di Haftar. Nessuno è immune dalla complicità che il mercato di uomini ha scatenato. La morte di Gheddafi ha solo dato il via a quella che poi sarebbe diventata una certezza. Da lì a pochi lustri. L’uomo forte di Tripoli, osannato da tutti i nostri governi, era l’unico in grado di poter garantire la stabilità nell’area. Cosa spera l’Europa e l’Italia in particolare: che la Francia dimezzi il suo potere o permetta di offuscarlo solo per 4 profughi? Ma che se li tenga l’Italia e se poi ci scappa il morto tanto meglio: il braccio di ferro sarà più credibile. L’abilità di Macron si appoggia sulla insicurezza italiana. La Merkel rimane a guardare: per come può andare lei ne esce vincitrice. È scacco matto. E le pedine, come sempre, non fanno una bella fine.
(l’immagine è tratta da Limesonline)